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La Medicina Rigenerativa è sempre la strada corretta da percorrere?

Oggi, durante una visita, una persona ha esordito con la domanda:

? “Dottore ho male al ginocchio quando corro, facciamo un intervento di Medicina Rigenerativa per risolverlo?”

Da un lato mi fa piacere che queste tecnologie innovative siano sempre più conosciute, in considerazione del fatto che sono efficace, sicure e poco invasive.

Dall’altro lato invito sempre alla cautela, dal momento che sì sono efficaci, ma su corretta indicazione.

Non è detto che un ginocchio dolente necessiti di questo trattamento.

Per poter stabilire se la Medicina Rigenerativa è la strada corretta oppure è meglio intraprenderne un’ altra, è necessaria la visita specialistica e molto probabilmente degli esami diagnostici.

DI FRONTE A QUALI CASI CI POSSIAMO TROVARE

Una delle casistiche in cui la Medicina Rigenerativa offre i migliori benefici è quando ci troviamo di fronte ad un’artrosi di I e II grado, ovvero in lesioni estese fino al 50% dello spessore della cartilagine.

Nei casi più avanzati, ovvero quelli di III e IV grado, che portano progressivamente alla presenza di lesione osteocondrale del ginocchio, si può intervenire con la Medicina Rigenerativa, ma senza garanzie di un risultato ottimale.

MA CHE COS E’ L’ARTROSI

L’artrosi, o osteoartrosi, è una patologia degenerativa che colpisce le articolazioni causando una degenerazione della cartilagine. Quest’ultima è un tessuto che, una volta lesionato, non si ripara.
Ecco perché l’artrosi è una delle cause di disabilità più frequenti, i tessuti colpiti hanno scarse capacità di auto-guarigione.

? VEDIAMO NEL DETTAGLIO COME LA MEDICINA RIGENERATIVA INTERVIENE EFFICACEMENTE

Fortunatamente oggi esiste una nuova possibilità terapeutica per la cura dell’artrosi che supera questo problema: siamo nel campo della Medicina Rigenerativa e si tratta dell’innesto di cellule mesenchimali prelevate dal tessuto adiposo.

Le cellule mesenchimali staminali sono cellule non specializzate in grado di trasformarsi in altri tipi di cellule del corpo. Una volta innestate nell’articolazione danneggiata dall’osteoartrosi, attivano il processo di rigenerazione della cartilagine e quindi di guarigione dalla patologia.

Si tratta di un innesto autologo, ovvero di cellule che vengono prelevate dal paziente stesso e poi purificate prima di essere iniettate nell’articolazione.

Le cellule mesenchimali si trovano principalmente in queste aree:

• tessuto adiposo;
• sangue periferico;
• cordone ombelicale;
• midollo osseo.

Io prediligo il tessuto adiposo, perché ha tendenzialmente diversi vantaggi: è quello che contiene la più alta concentrazione di cellule mesenchimali, è più facile da raggiungere ed il prelievo è meno doloroso e meno invasivo rispetto alle altre sedi.

Inoltre, è “facile” da prelevare, dato che il corpo umano è totalmente ricoperto di tessuto adiposo, che in una persona sana rappresenta circa il 10-30% del peso.

Oltre a queste caratteristiche, le cellule prelevate dal tessuto adiposo hanno anche altre proprietà fondamentali per la cura dell’artrosi, tra le principali migliorano la lubrificazione fra le articolazioni e aumentano la distanza tra i capi articolari riducendone l’attrito.

?‍♂ QUANDO E’ EFFICACE QUESTO TRATTAMENTO?

Come anticipato nelle righe precedenti, l’innesto di cellule mesenchimali da tessuto adiposo è molto efficace nelle fasi iniziali dell’artrosi dell’anca (coxartrosi) e dell’artrosi del ginocchio (gonatrosi), ma non nella cura dell’artrosi avanzata, dove l’impianto di una protesi è spesso l’unica soluzione per eliminare il dolore ed evitare la disabilità.

? COME AVVIENE IL TRATTAMENTO?

Un altro grande vantaggio di questa metodica è la semplicità. Il trattamento ha una durata totale di circa 30 minuti, si può effettuare sia in sala operatoria che in ambulatorio chirurgico, con la sola anestesia locale e senza necessità di ricovero.

Inoltre, anche il recupero post-intervento è molto semplice. Non serve nessuna accortezza particolare se non quella di non fare sport ed evitare eccessivi carichi per 2-3 settimane.

L’intervento si divide in 3 fasi:

  • Lipoaspirazione

Il chirurgo ortopedico pratica una piccolissima incisione sull’addome per prelevare il tessuto adiposo attraverso una cannula. Poi applica un punto di sutura ed un bendaggio che il paziente dovrà tenere per una settimana.

  • Processazione

Il tessuto prelevato viene inserito immediatamente nel kit monouso e poi manipolato in un sistema chiuso e asettico per eliminare residui oleosi ed ematici, che potrebbero causare un’infiammazione.

  • Infiltrazione

A questo punto il tessuto adiposo ricco di cellule mesenchimali staminali viene prelevato dal kit e iniettato nell’articolazione.

E POI?

Il paziente rimane un paio d’ore in osservazione precauzionale e poi va a casa. Nelle settimane successive fa tendenzialmente la propria vita normale, con la sola accortezza di non svolgere attività fisica e compiere particolari sforzi. Questo per 2-3 settimane.

Non è necessario un percorso riabilitativo.

? Concludo quindi dicendo che credo molto nei risultati che la Medicina Rigenerativa può oggi offrire, e credo che vada sempre ben ponderata la giusta tecnica (ne esistono svariate, e sul mio sito trovate la spiegazione di ognuna) in relazione alla problematica.
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